Gli eventi dell’ultimo mese hanno portato alla ribalta lo smart working come soluzione adottata da tutte quelle aziende e professionisti che trovano in questa modalità operativa la perfetta commistione tra il rispetto dei giusti obblighi imposti dalla legge e la loro voglia o necessità di non fermare il lavoro quotidiano.
Lo smart working è tuttavia un metodo utilizzato da tempo da alcune realtà, spesso le più grandi, e sembra anche essere un ottimo incentivo per migliorare la produttiva dei lavoratori che così riescono ad organizzare meglio il proprio tempo e percepiscono una maggiore sensazione di benessere.
Può essere interessante ora per le PMI prendersi del tempo per comprendere se questa pratica sia una possibile risorsa per il loro futuro – al di là del momento contingente – e se possa restituire nuova linfa all’impianto organizzativo interno all’azienda stessa.
Smart working, che cos’è
Lo smart working non è semplicemente il lavoro da casa. È una ben precisa tipologia di attività, regolata da norme giuridiche dedicate.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali lo definisce così: “lo Smart Working (o Lavoro Agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato, caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.
In pratica la filosofia che sta alla base dell’idea dello smart working è che per svolgere bene i propri compiti, i professionisti possano disporre del proprio tempo in maniera assolutamente autonoma, con l’obbligo però di rispettare tempistiche di consegna ed obiettivi fissati dal datore di lavoro.
Si fa molto affidamento dunque sulla responsabilità del lavoratore, immaginando – ed i dati che a breve condivideremo lo confermano nella realtà – che una maggiore libertà sia di stimolo alle menti più brillanti, che riescono così a migliorare la propria produttiva e le proprie performance.
I numeri dello smart working
Il mondo delle PMI italiane ha sempre risposto in modo attento alle novità che il progresso tecnologico ha saputo proporre. Ecco quindi che anche lo smart working potrebbe essere una nuova frontiera da approcciare in modo più o meno deciso, a seconda delle aree di produttive dell’azienda e della effettiva possibilità per i dipendenti di lavorare da remoto.
Sono i dati quelli che in maniera maggiore interessano gli imprenditori, perché capaci di restituire un quadro chiaro, più di quanto mille riflessioni possano fare.
L’Osservatorio sullo smart working restituisce una foto abbastanza nitida, tenendo i primi 9/10 mesi del 2019 come riferimento.
- gli smart worker sono circa 570 mila, con una crescita del 20% rispetto al 2018;
- il 76% di loro si dice soddisfatto della propria professione, contro il 55% dei “normali” dipendenti;
- 1 su 3 si sente pienamente coinvolto nella realtà in cui opera e ne condivide valori, obiettivi e priorità, contro il 21% dei colleghi.
Soprattutto l’ultimo punto, in ottica di employee advocacy – il processo attraverso il quale i dipendenti diventano advocates, cioè rappresentanti e sostenitori della propria azienda, in particolar modo verso l’esterno – risulta particolarmente importante.
Andiamo un po’ più fondo sui benefici che i lavoratori riscontrano, perché come Accademia di formazione per le imprese, siamo convinti che investire sulle persone e sulle loro competenze, sia la scelta che davvero può fare la differenza per ogni azienda.
Bene, tra i benefici maggiormente apprezzati c’è il miglioramento dell’equilibrio fra vita professionale e privata (46%), che comporta una crescita nella motivazione e nel coinvolgimento nelle attività e progetti dell’azienda (35%).
Nello specifico poi, tra le PMI c’è un aumento della diffusione dello smart working: i progetti strutturati passano dall’8% del 2018 al 12% del 2019, mentre quelli informali dal 16% al 18%.
Casi di successo
Ogni anno vengono premiati i casi di successo di aziende che hanno saputo fare dello smart working la loro marcia in più.
Nel 2019 lo Smart Working Award ha eletto tra i suoi vincitori nella categoria grandi imprese Europ Assistance per il progetto “EA Smart Working”, Reale Mutua per l’iniziativa “Be Smart”, Saipem per l’iniziativa “FlexAbility”, Sky Italia per il progetto “Open Working”. Tra le PMI ha trionfato invece MailUp e la Regione Emilia-Romagna è stata incoronata la migliore tra le pubbliche amministrazioni.