Trovare un brand name forte, significativo e originale è un passo importante per costruire la propria identità aziendale.
Il nome è infatti il primo livello di contatto che abbiamo con le persone ed è anche il mezzo attraverso il quale viaggia il passaparola: che sia online o offline anche questo è un aspetto determinante.

Quali regole dunque dovresti seguire per scegliere un brand name efficace? Lo scopriremo insieme, scorrendo anche alcuni casi famosi.

Le regole fondamentali del brand name

Lo studio del brand name è materia adatta ad esperti del settore; ma è buona regola che anche gli imprenditori possano avere una conoscenza non superficiale dell’argomento. Perché affidarsi a dei professionisti è corretto, ma conoscere il contesto permette di orientare correttamente la propria scelta finale.
Ecco dunque che alcune delle “regole” che andremo ad enunciare potrebbero sembrare in contrasto con il comune sentire. Ma la spiegazione affiancata sarà in grado di chiarire tutti i perché.

  1. Sigle, meglio evitarle

    Utilizzare delle sigle è sconsigliato. Hanno infatti necessariamente bisogno di una spiegazione ulteriore per coglierne il significato e creano difficilmente un’ancora nel pensiero delle persone.
    Sono inoltre soggette spesso a confusione, perché difficili da ricordare.

  2. Essere di poche parole

    Un’altra annosa questione è quella che riguarda il numero ottimale delle parole. Se si riesce nell’impresa di utilizzarne solamente una, questa è la cosa migliore. Il cervello ama le cose semplici e memorizzare un solo termine minimizza lo sforzo. In genere comunque, meglio non andare mai oltre le tre parole, articoli esclusi.

  3. Occhio alla lingua

    La definizione del target è un’operazione preliminare necessaria anche nella scelta del Brand Name. Per quanto l’inglese possa in molti casi avere una resa migliore – soprattutto se parliamo di brevità – nel caso in cui il tuo riferimento è il mercato italiano, questa dovrebbe essere la scelta. Ci sono poi dei settori dove è possibile discostarsi da questa regola: l’hi-tech per esempio è oggettivamente la patria dell’inglese.

  4. Pensare sempre all’online

    Non esiste oramai piccola e media impresa che non abbia un sito internet. Immagini che problema sarebbe se il dominio del sito fosse diverso dal brand name scelto? Enormi sarebbero le difficoltà che creerebbe questa discrepanza, sia in termini di ricerca dell’utente che di indicizzazione. È bene dunque controllare sempre la disponibilità del dominio nel momento in cui si pensa al naming.

Brand Name, esempi famosi

Certo, oltre a questa carrellata di regole, non esaustiva ma sicuramente utile come bussola, ci sono altri motivi che portano alla scelta di un brand name. Prime tra tutte emozioni, suggestioni, ricordi, esperienze personali.
Andiamo a curiosare tra le motivazioni dietro la scelta di alcuni dei più famosi naming al mondo.

Ikea
Ikea è l’acronimo delle iniziali del fondatore Ingvar Kamprad e di Elmtaryd e Agunnaryd, rispettivamente la fattoria e il villaggio dove Kamprad crebbe.

Lego
In questo caso dietro la scelta c’è un collegamento con l’etimologia: Leg Godt in danese vuol dire Gioca bene. Ottimo anche il fatto che nel brand name sia già insita parte della mission dell’azienda.

Amazon
Il fondatore Jeff Bezos voleva che la sua azienda si posizionasse sin da subito come prima nella mente dei consumatori. Per questo decise che il brand name avrebbe dovuto iniziare per A. La scelta ricadde poi su questo termine per evocare il potere del fiume sudamericano.

Da Federal Express a Fedex
A volte un naming può anche modificarsi nel corso del tempo. La crasi che ha portato l’iniziale Federal Express a modificarsi in Fedex ha la sua ragione nella volontà di rafforzare il concetto di velocità e tempestività.

Come vedi ognuno degli esempi citati ha una propria storia, ma tutti hanno in comune la capacità di imprimersi nella mente del consumatore e di farsi ricordare con estrema facilità.